Sabato 6 Gennaio 2024 h 21,15 – Domenica 7 Gennaio h 17,00-21,15 Lunedì 8 Gennaio 2024 h 21,15
Al Festival di Cannes, dove è stato presentato in concorso il maggio scorso, ha vinto un meritatissimo Premio della Giuria (che, come d’abitudine, il regista non ha ritirato). Agli EFA, ha ottenuto cinque candidature come Miglior film, Miglior sceneggiatura, Miglior regia, Miglior attrice e Miglior attore.
Noi, al cinema, Foglie al vento, nuovo capolavoro del finlandese Aki Kaurismäki, lo vedremo a partire dal 21 dicembre, distrubuito da Lucky Red in collaborazione con BIM.
Ecco cosa ha detto Aki Kaurismäki di questo suo piccolo, grande film:
La storia raccontata da Kaurismäki in Foglie al vento è quella di due persone sole e alla deriva (Alma Pöysti e Jussi Vatanen, bravissimi) che si incontrano per caso una notte a Helsinki. Un incontro che per loro diventa l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore della loro vita. Questo cammino verso un’idea di possibile felicità viene però intralciato dall’alcolismo di lui, dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla tendenza generale della vita a porre ostacoli a chi, la propria felicità, la va a cercare.
Ci sono un Lui e una Lei. Non importa come si chiamino: a lungo ignorano persino loro l’una il nome dell’altra. Importa che sono due perdenti, due proletari. Lui fa l’operaio, dorme in una baracca, beve troppo. Lei lavora in un supermercato, ma la licenziano perché si è portata a casa un panino scaduto destinato al cassonetto dei rifiuti.
Anche Lui, finirà senza lavoro, colpa dell’alcool. In un modo o nell’altro andranno avanti. Soprattutto, in un modo o nell’altro s’incontreranno, continueranno a incontrarsi grazie al destino, e per colpa del destino saranno destinati a perdersi, ritrovarsi, perdersi ancora.
Lui e Lei si muovono in silenzio, con fatica ma determinazione, nel mondo di Aki Kaurismäki, sempre più minimale, sempre più essenziale, sempre più pieno di sentimento.“Una tragicommedia gentile”, si è detto di questo film.
Una gentilezza che si avvicina tanto, tantissimo, alla poesia. La poesia del vivere quotidiano.
Una tragicommedia che, inesorabilmente, ti porta a fare il tifo per questa improbabile coppia, così sfortunata e così dignitosa, così provata dalla vita ma così imperturbabile nella sua silenziosa rassegnazione a sopportare ogni colpo inflittole.
Un tifo che tiene col fiato sospeso, che ti fa agitare sulla poltrona all’ennesima beffa del caso, nemmeno fossi lì a gridare “Voltati” a Julie Christie nel finale del Dottor Zivago.